Apriamo un tavolo di lavoro per valutare i numeri e i profili dei camminatori sulla via Francigena per attivare le migliori strategie e rendere la città di Roma sempre più appetibile, anche in vista del Giubileo 2025.
Ecco la mia proposta a margine del convegno “Romee. L’Europa in Cammino” che si è tenuto in Campidoglio. Un momento di confronto sugli antichi percorsi che i pellegrini fin dal medioevo intraprendevano per raggiungere Roma per rendere omaggio alla tomba di San Pietro, una delle principali mete, con Gerusalemme e Santiago di Compostela, della Cristianità occidentale.
Cammini come stile di vita salutare
Innanzitutto, crediamo che il Cammino può rappresentare uno stile di vita salutare, un’opportunità di crescita e di sviluppo personale, di rispetto per i territori che si attraversano, per le genti che li abitano e per le loro tradizioni.
Ma anche esempio di turismo sostenibile e di “buona pratica” per il raggiungimento degli obiettivi nell’Agenda 2030.
Così come recupero dei valori etici e spirituali del Cammino e del Camminare, anche in preparazione dell’anno giubilare 2025.
Facendo squadra, dobbiamo proporre soluzioni alle criticità circa l’accesso dei percorsi alla Città, la segnaletica, la manutenzione dei percorsi e la loro fruibilità; ipotizzare un lavoro di mappatura e di sviluppo di tutto il sistema di accoglienza, ospitalità, ristorazione, servizi.
E ancora, promuovere la permanenza a Roma per più giorni dei camminatori che vi giungono, anche attraverso la messa a sistema degli itinerari alla scoperta dei beni archeologici, storici, artistici, paesaggistici, ecc.
Molto c’è da fare.
La via Francigena, da Occidente per Roma
La Romea principale per i pellegrini provenienti da Occidente era la Via Romea Francigena, che raggiungeva la Capitale da Canterbury transitando per la Francia. Dalla Germania, passando per l’Austria, giungeva a Roma la Via Romea Germanica; dal Mar Baltico, attraversando Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca e Austria, giungeva a Roma la Via Romea Strata.
Dalla Capitale della cristianità occidentale molti proseguivano il cammino verso sud-est diretti ai punti d’imbarco pugliesi verso il Santo Sepolcro di Cristo in Terra Santa.
Oggi, il cammino “slow” della via Francigena
Recentemente, con l’affermarsi di una modalità di viaggio “slow” e di una maggiore consapevolezza ecologica, sostenibile e solidale, questi cammini, soprattutto la Via Francigena, sono tornati a essere percorsi assiduamente da chi desidera vivere l’esperienza del pellegrino, tra storia, natura, gastronomia e cultura.
Nonostante Roma sia la meta principale, o comunque tappa fondamentale di transito del pellegrino sulla Francigena e sulle altre vie, ci sembra non avere ancora acquisito la giusta consapevolezza e il giusto protagonismo per porre in essere strategie efficaci, attrattive e valorizzative delle proprie enormi potenzialità.
Roma per il Giubileo 2025
Infine, un importante lavoro potrà svolgerlo la Società Giubileo 2025 che sarà chiamata a gestire la misura n. 22 sui fondi del Giubileo “riqualificazione e valorizzazione dei Cammini dei Pellegrini”.
A tal proposito, esiste un gruppo di lavoro che sta ultimando le proposte sulle cose da fare da sottoporre a Società Giubileo perché diventino atti e inizi l’operatività. L’importo stanziato è di 3 milioni di Euro.
Possiamo quindi davvero valorizzare le potenzialità di Roma quale meta dei pellegrini sulla Francigena e sulle altre vie.
Una sinergia tra istituzioni e associazioni
Insieme a me, Miguel Gotor, Assessore alla Cultura e Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi eventi, Sport, Turismo e Moda perché è necessaria una riflessione trasversale e sinergica sul tema. Hanno partecipato poi Francesco Rutelli, autore di ‘Roma, Camminando’ e coordinatore ‘Gruppo antiche vie Culturali e religiose’; Massimo Tedeschi, presidente Associazione Europea Vie Francigene; Silvio Marino, vicepresidente Associazione Europea Vie Francigene; Mirko Pacioni, consigliere direttivo Associazione Italiana Via Romea Germanica; Aleksandra Grbic, coordinatrice di progetto Associazione Europea Romea Strata; Vincenzo Luciani, autore di ‘La mia Roma a piedi’, giornalista e direttore di Abitare a Roma.

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Discorso interessante, sicuramente il pellegrinaggio religioso potrebbe essere incrementato in maniera considerevole se si aprissero nuove “strade” come quella del cammino (Santiago in questo campo è sicuramente un punto di riferimento). Ci sono associazioni e movimenti di fedeli riconosciuti dalla Chiesa che, opportunamente coinvolte e sensibilizzate, potrebbero convogliare migliaia di pellegrini in queste attività. Sarebbe un modo sostenibile e in piena linea con la “Laudato sì” per l’afflusso dei pellegrini nel 2025.
Sul primo tratto della via Francigena, nel parco di Monte Mario, grazie ad un progetto sviluppato alcuni anni fa, con Roma Natura, la SAP ha collocato alcune panche ed un tavolo creati trasformando in arredi i tronchi dell’abete di Natale di quell’anno (2003-2004).
Potrebbe essere un’idea arredare con sedute e tavoli le vie in oggetto, trasformando tronchi in situ, con il sistema delle segherie mobili.
E’ l’approccio del tema “Urban Wood”, che SAP sviluppa dal 1995, come “Legno degli alberi delle Città”.
In prossimità di Roma dalle ultime 3 tappe le segnalazioni sono scarse, inoltre ci sono pochissimi ostelli ed i costi per dormire sono esosi, l’ultima tappa dalla Storta a San Pietro ha un itinerario terribile, un lungo tratto su strada di via Cassia oltrepassando il GRA, lungo tutti i mille km della Francigena non c’è una tappa più brutta, decisamente un bruttissimo benvenuto ad un pellegrino che con tanta fatica è finalmente è arrivato alla fine del suo viaggio. Completamente diverso da ciò che succede a Santiago de Compostela dove dopo un percorso immerso nella natura arrivi e da una altura finalmente vedi e respiri emozionandoti il perché di tutta la fatica che hai fatto, ma lo sappiamo qui siamo in Italia e non riusciamo ad avere cura delle cose importanti, mi piacerebbe sapere quanti dei partecipanti a quel tavolo abbiano mai fatto in vita loro un solo cammino..
Scusa Svetlana ma a volte è difficile rimanere in silenzio nelle cose in cui credi